1920 - 1969: Acquisizioni e concentrazione

Dalla crescita alla contrazione dei consumi, verso una fase di concentrazione

Quelli trascorsi dal 1920 al 1950 furono anni molto prosperi per l’industria mondiale degli estratti tannici. L’attività conciaria si espandeva costantemente in molti campi applicativi e, mentre i sali di cromo avevano ancora un utilizzo molto limitato, la maggior parte della concia era rivolta ad articoli pesanti, che richiedevano grandi quantità di tannini. Tale processo di crescita ebbe il suo culmine nel 1949, anno nel quale il consumo mondiale di estratti raggiunse il volume record di 450.000 t.

Dopo il 1955 la contrazione del consumo di tannini e l’incremento dei costi conseguenti allo sviluppo economico innescarono un processo di concentrazione delle attività produttive, mentre le aziende conciarie risposero al bisogno di maggiori produzioni a minor costo intensificando l’utilizzo di sali di cromo in concia. Si trattò di un processo inevitabile per molti settori della conceria, anche se portò la pelle conciata ad allontanarsi dalla tradizione di prodotto naturale che l’aveva nobilitata per secoli. Nonostante questa involuzione, la Jemina & Battaglia non abbandonò il settore, come invece fecero vari altri gruppi, ma iniziò quella strategia di acquisizioni e di concentrazione delle produzioni attraverso la quale prese la sua attuale struttura il Gruppo Silvateam.

Jemina & Battaglia e Ledoga si uniscono nell’Industria Chimica Legno

Nel 1960, la Ledoga e la Jemina & Battaglia decisero di fondere le loro attività legate all’estratto di castagno, costituendo l’Industria Chimica Legno, controllata per il 50% dai due gruppi. Un accordo di grande importanza, siglato dal Barone Guido Zerilli Marimò, per conto della Lepetit, e dall’ingegner Andrea Battaglia, figlio di Carlo Giuseppe, assistito dai figli Carlo Giuseppe e Paolo e dal pronipote dei fratelli Jemina, Franco Caramelli, in rappresentanza della Jemina & Battaglia.

Esso prevedeva la concentrazione di tutta la produzione delle fabbriche piemontesi di tannino di castagno in un nuovo stabilimento a San Michele Mondovì (l’attuale sede generale di Silvateam), il potenziamento di quello di Bagni di Lucca, in Toscana, e la costruzione di un nuovo impianto a Rende, in Calabria, secondo un disegno che riduceva a tre soli impianti le fabbriche italiane di estratto di castagno.

Un importantissimo riassetto industriale, quindi, agevolato anche da una rete stradale intanto arrivata a collegare le principali vallate montane del Paese, che rese così possibile un facile trasporto del legno su distanze prima difficilmente immaginabile.