Processo produttivo del pellet

Dalla biomassa detannizzata al pellet di qualità

Il processo riguardante la produzione del pellet prevede più fasi di preparazione della materia prima per permettere all’impianto di lavorare efficacemente. Le principali operazioni finalizzate all’ottenimento del prodotto finito sono di seguito elencate:

  • Sminuzzatura del tondame a cippato
  • Essiccazione della biomassa per ottenere valori di umidità compresi tra il 10 e il 12%
  • Riduzione del cippato da grezzo a fine, con dimensioni comprese tra i 25 e i 60 mm
  • Stoccaggio del materiale essiccato
  • Riduzione del materiale a segatura
  • Carico della segatura nelle pellettizzatrici
  • Produzione del pellet
  • Vagliatura e raffreddamento del pellet
  • Aspirazione delle polveri e confezionamento in sacchi, big bags o deposito in silo del materiale sfuso

Si tratta essenzialmente di un processo di estrusione esercitato da un elemento rotante (rullo pressore), contenuto all’interno di un elemento cilindrico (trafila di compressione), che comprime il materiale legnoso immesso e ne determina la fuoriuscita attraverso apposite matrici forate ricavate lungo le pareti della trafila. Nel corso di quest’operazione si determina una progressiva densificazione del materiale legnoso che fuoriesce sotto forma di piccoli elementi cilindrici. Coltelli, posti all’esterno della trafila, tagliano il pellet nella lunghezza desiderata. Durante la fase di estrusione si raggiungono temperature, superiori ai 90°C, e pressioni tali da determinare la plastificazione dei costituenti della matrice legnosa, in modo specifico della lignina, un polimero termoplastico, che svolge la funzione di adesivo naturale e conferisce coesione al prodotto finito. La fase finale è quella di raffreddamento, durante la quale avviene un’ulteriore essiccazione del pellet e la separazione delle parti fini, indispensabili per stabilizzare e formare i piccoli cilindri.

Il pellet Bruciabene® viene realizzato a partire da biomassa detannizzata derivata dalla lavorazione del legno di castagno decortecciato, previo processo di essiccazione per portare la materia prima all’umidità relativa idonea alla pellettizzazione. Tale pellet è quindi da preferirsi, come combustibile naturale, rispetto al legno tal quale poiché permette un immediato utilizzo. Infatti, il legno tal quale deve essere lasciato stagionare almeno un paio di anni allo scopo di favorire il naturale dilavamento dei tannini che altrimenti andrebbero a incrostare caldaie e canne fumarie. Il processo di scortecciatura permette inoltre di ottenere pellet con un contenuto di ceneri inferiore rispetto al combustibile legno. Quest’ultime possono essere utilizzate come fertilizzante.